venerdì 23 agosto 2013

L'Italia a rotoli (economia casalinga)

Non sono sicuramente un economista di fama mondiale, ma i conti in casa li faccio tornare (sebbene con ampi salti mortali).

 In molti storceranno il naso, ma tutti quelli che lo fanno, o tutti  coloro che ci governano, avranno mai provato a far quadrare il bilancio famigliare?

A fronte di questo sto notando come, purtroppo, per le grandi società, l'unica cosa che conta sia il bilancio. Capisco. Tuttavia ci dovrebbe essere uno stato pronto a soccorrere i propri cittadini, invece di massacrarli con balzelli.

Vi faccio un esempio che molti di voi reputeranno stupido, ma vi invito a riflettere.

Ipotizziamo che io sia un grande costruttore di auto (giusto per citare qualcosa di estremamente casuale).
Noto che il costo dei lavoratori risulta sproporzionato rispetto a quello che è nei miei piani di imprenditore. Il mio compito sarà quello di ampliare i margini di guadagno. Mossa logica e conseguenziale sarà quella di cercare un paese ospitante con manodopera a basso costo e perchè no, agevolazioni per costruzione di capannoni ed altre aree di pertinenza. Nulla da dire.
Ma qui deve entrare in scena lo Stato. Lo scrivo maiuscolo perchè è un istituzione che deve avere voce! Quindi tutti coloro che siedono su poltrone di governo devono rimboccarsi le maniche salvaguardando i cittadini.
 Proseguendo con l'esempio di cui sopra immagginiamo che io costruisca in Italia una vettura media gamma: prezzo al pubblico 15000 euro. Costo puro dell'auto  alla fabbrica 8000 euro. (ovviamente le cifre sono inventate).
A questo punto sposto le mie attività nell'Antanistan, le mie vetture medie costeranno 4000 euro. Prezzo in Italia 15500.  Dal punto di vista imprenditoriale tutto ineccepibile. 

Lo Stato a questo punto dovrebbe intervenire e parlarmi. "Caro imprenditore, hai sempre ricevuto sovvenzioni da noi, ora per motivi di bilancio sei andato all'estero, chiudendo le fabbriche nel nostro paese, lasciando a casa tantissime persone con ovvio aggravio per l'Italia. Vendi  le auto al prezzo che desideri, ma 1500 euro (ad esempio) devi destinarle in un fondo che verrà spartito mensilmente a tutti coloro che hai lasciato a casa". Già perchè tutte quelle persone, centinaia e centinaia, hanno contribuito al tuo successo, ad arrivare dove ora sei e di guadagnare.

Il mio bilancio come costruttore ne risentirebbe e verosimilmente dovrei aumentare il costo delle mie auto medie, a quel punto non sarei più competitivo nella nostra nazione e sarei costretto a lasciare il mercato.
Ok, il mio punto di vista è semplicistico, si potrebbe obiettare che basterebbe quindi, una volta portate le fabbriche all'estero, far figurare l'azienda come non italiana...Un inseguimento di escamotage. Ma qui forse, coloro i quali si definiscono veri economisti, potrebbero produrre punti di vista migliorativi, invece della solita aria fritta spendibile in tv, ma non al mercato della frutta.

Riflettiamo però su un punto. Maggiore sarà il numero di persone che le aziende lasceranno a casa, più lo stato dovrà soccorrere e maggiormente aggraverà il proprio bilancio. 
Siamo sicuri che non sia giunto il momento di farci sentire?
Siamo certi che non sia l'ora di smantellare una marea di apparati inutili e dannosi?