Ci siamo, siamo alla resa dei
conti. Anzi i conti non tornano
assolutamente e per questo le grandi menti che ci governano stanno pensando ad
una mossa a sorpresa. Sì, vero, così non si può andare avanti, ma neppure le
soluzioni proposte risultano essere soddisfacenti.
Prendiamo ad esempio il Comune di
Genova che ora, in crisi nera di bilancio, sta mettendo in pratica una politica
miope: la vendita delle proprie aziende.
Lo sappiamo tutti quanti che se
ci sono dei problemi famigliari, spiccioli, si può sempre vendere qualcosa per
tappare un buco, ma poi in questa maniera, pur restando momentaneamente a galla, si finisce per impoverircisi. Se ad esempio possediamo una sola auto, e la vendiamo
per fare cassa, affinchè si possa rimediare ad una spesa imprevista, saneremo realmente il buco di bilancio che si verrà a creare, ma poi andremo a piedi.
Così sta facendo il Comune di Genova,
così ha fatto ad esempio Telecom. Ma la privatizzazione all’italiana non va
assolutamente bene e dev’essere messa alla gogna. Il motivo è semplice. Il
sindaco del capoluogo ligure ha deciso di vendere le proprie aziende. Diciamolo
in termini poveri, come si dice da queste parti, un tapullo, ovvero una pezza.
Già, ma i cittadini dovrebbero essere messi a conoscenza su alcuni aspetti. Se
l’ente pubblico aliena le proprie braccia operative non sarà più in grado di
muoversi con autonomia. Tutti ben sappiamo che non tutti i rami sono appetibili
dalle aziende private e quindi via allo spacchettamento.
E come andrà a finire? La
soluzione è facilissima, perché è stata già percorsa in maniera fallimentare.
Le parti succulente finiranno a basso prezzo (e tutti si chiederanno a
posteriori come mai!) in mano a privati, mentre i settori in rimessa resteranno
in carico al Comune (e quindi ai cittadini). Il bilancio, nel brevissimo
periodo, riceverà probabilmente una boccata d’ossigeno, ma sul lungo termine
(ma neppure tanto lungo), l’ente pubblico sarà costretto nuovamente ad alzare
bandiera bianca.
Quando gli occorreranno dei
lavori nei settori alienati sarà costretto a pagare a prezzi di mercato gli
interventi e quindi i soldi che avrà incassato dalla cessione serviranno forse
per quello. Ma quanto durerà? Se non si produce, non si alimenta, non si possono
sempre imporre tasse ai cittadini. E le parti che non rendono? Che fine
faranno? Le persone che verranno messe in questi contenitori potrebbero essere
accompagnate alla pensione se hanno una certa età, diversamente resteranno in
carico a? Dai è facile!
Sia che vengano aiutati con gli
ammortizzatori sociali, sia che permangano in scatole vuote all’interno pagati senza far nulla,
tali oneri ricadranno sui cittadini.
Possibile che ci sia tanta
cecità? Possibile non accorgersi che questo tipo di politica non è a favore della
gente, ma una “marchetta” per aiutare qualcuno? Si tratta di un ennesimo
scippo!
Credo sia finito il tempo in cui
il sindaco ed il suo gabinetto decidano sentendo le correnti politiche. Deve
arrivare il tempo in cui il primo cittadino debba spiegare, giustificare alla
gente, scendendo in pizza, parlando con tutti, squilibrati e sani, tutti! Le
decisioni vanno spiegate e soprattutto bisogna aver risposte solide nei
confronti di chi fa domande pertinenti. Probabilmente sembrerà un non agire, ma
verosimilmente è un modo per trovare una soluzione diversa rispetto a questo
teatrino.
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coraggio....parla :)